Triennio 2015-2017

IL PROGETTO

Titolo: Stereotipi di genere

Il percorso progettuale in breve

La Commissione Pari Opportunità, in accordo con l’Assessorato alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità del Comune di Gubbio, si è fatta promotrice di un progetto rivolto agli Istituti di scuola secondaria di secondo grado della città, per l’anno scolastico 2015-2016, in collaborazione con la prof.ssa Maria Giuseppina Pacilli, docente di Psicologia Sociale e di Comunità dell’Università di Perugia; l’obiettivo è stato contrastare gli stereotipi di genere a partire dalla formazione: ecco perchè la scuola.

Negli incontri con gli studenti ci si è soffermati su alcuni concetti principali, sul termine genere ad esempio, interpretato come evoluzione storica e culturale dei significati attribuiti all’essere e divenire donne e uomini nel tempo, a partire dall’iniziale differenza biologica. Si è riflettuto sui termini differenza e differenze, nei loro significati positivi, sviluppo di una corretta interpretazione dell’uguaglianza tra i sessi, e non solo, poiché è solamente accettando e dando valore alle differenze, individuali e collettive, che si può perseguire un obiettivo di uguaglianza, senza modelli precostituiti e/o imposti. Si sono sviluppati tematiche relative alle concezioni riguardanti i temi dell’educazione e orientamento in prospettiva di genere, come contrasto a un’accettazione passiva degli stereotipi sessuali, che possono generare, fin dalla prima infanzia, fragilità e vulnerabilità nei soggetti. Si è parlato del lavoro e del lavoro di cura, dell’intreccio nel progetto di vita dei due ambiti, famiglia e professione, e delle tuttora ineguali distribuzioni dei compiti della cura tra i due sessi. E il tema della conciliazione è apparso centrale come momento educativo e orientativo, intendendo la conciliazione sia come composizione il più possibile armonica tra tempi di lavoro dentro e fuori casa sia come divisione equa di compiti in famiglia tra donne e uomini. Si è affrontato il tema cruciale della presenza preponderante delle donne tra gli e le insegnanti, e come questo dato influisca sulle crescite e sui modelli positivi di genere per alunni e alunne, studenti e studentesse, che crescono senza aver vicino uomini che li educhino e si prendano cura di loro.

Gli obiettivi strategici perseguiti sono stati:

  • la destrutturazione degli stereotipi di genere e costruzione di identità di genere non condizionate e consapevoli

  • il rafforzamento del senso di un sé autentico delle ragazze e dei ragazzi

  • l’affermazione di relazioni significative e rispettose delle differenze tra uomini e donne

  • la promozione di un approccio critico per comprendere laddove nei media e nella pubblicità l’immagine della femminilità è lesiva della dignità delle donne

  • il rafforzamento e il sostegno dell’azione delle scuole nell’introdurre l’ottica di genere come chiave interpretativa nell’ambito delle discipline oggetto di studio, sviluppando il senso critico anche dal punto di vista di genere

  • la promozione di cambiamenti nei modelli sociali e culturali, nei saperi e linguaggi tradizionali, nei mezzi di comunicazione.

Lo stereotipo, sinteticamente, può essere definito come un insieme di credenze ovvero rappresentazioni semplificate della realtà ed opinioni che un gruppo sociale attribuisce ad un altro gruppo. Lo stereotipo ha come vantaggi la semplificazione della realtà consentendo di categorizzare e di ridurre la complessità dell’ambiente, facilitando così il nostro orientamento ed evitando continue elaborazioni; ha come svantaggio l’annullamento delle differenze individuali all’interno delle realtà osservate. Con il suo persistere attraverso le generazioni, lo stereotipo è segno di rigidità culturale e rivela spesso l’immutata svalorizzazione del gruppo che ne è oggetto. Lo stereotipo di genere, nello specifico, attiene ad aspettative consolidate condivise e non messe in discussione riguardo ai ruoli che uomini e donne dovrebbero assumere per il fatto di essere biologicamente tali e riassume ciò che un gruppo sociale considera maschile e femminile. Lo stereotipo di genere affonda le sue radici nel ruolo tradizionale di una società arcaica ed agricola in cui la donna rivestiva un ruolo materno e di cura dei familiari ed ha aggiunto ulteriori significati negativi con l’attualità che offre un modello femminile erotizzato, dal corpo avvenente poco vestito, di limitata intelligenza e scarso merito. I rischi degli stereotipi sono quelli di fornire una percezione rigida e distorta della realtà e di costringere donne e uomini in ruoli e stili di vita che ne comprimono le attitudini e le aspirazioni.

Gli effetti degli stereotipi nella realtà quotidiana sono evidenti:

  • producono sottorappresentanza delle donne nel lavoro, nella politica e in tutte le sfere della vita pubblica

  • fanno sì che nel mondo dei media televisivi gli uomini vengano associati più alla sfera pubblica e le donne al sociale e alla sfera privata

  • leggerezza e bellezza sono contrapposte ad autorità e autorevolezza

  • accreditano l’ineluttabilità della divisione dei compiti all’interno della famiglia, perpetuando la disparità di ripartizione dei carichi di lavoro di cura tra donne e uomini

  • assumono un ruolo e un peso nei percorsi professionali di donne e uomini, peraltro già influenzati da contingenze storiche e materiali, fattori economici e propensioni naturali

  • la immutata riproposizione di profili professionali perpetua differenze non più giustificate dalle circostanze

  • i percorsi di studio sono a loro volta influenzati dalle aspettative occupazionali.

Struttura ed attività del progetto

Lavoro in piccoli gruppi con 2 classi per un totale di 10 incontri di due ore (5 incontri per ogni classe). Il lavoro è stato finalizzato a una sensibilizzazione sul tema degli stereotipi di genere prendendo spunto dal modo in cui sono veicolati dai media. Gli incontri sono stati centrati su una riflessione condivisa relativa alla costruzione sociale del maschile e del femminile e al modo in cui gli stereotipi di genere possono incidere negativamente sulle relazioni fra uomini e donne. Con strategie interattive di lavoro che hanno visto gli studenti protagonisti, sono stati mostrati video di film e pubblicità su cui discutere. Sono stati anche gli studenti a realizzare un loro personale prodotto supervisionato dalle docenti nelle fasi di elaborazione. Questo lavoro è stato poi mostrato in una seduta plenaria agli altri colleghi studenti.

E’ stato realizzata al contempo una ricerca per verificare l’efficacia dell’intervento con un disegno pre-post in cui si è misurato il tipo di impatto dell’intervento sugli atteggiamenti degli studenti misurandoli all’inizio dell’incontro e alla fine. E’ stato individuato anche un gruppo di controllo costituito dagli studenti che non hanno partecipato all’intervento.

Referenti del progetto

Prof.ssa Maria Giuseppina Pacilli docente di Psicologia Sociale e di comunità: differenze di genere e stereotipi, oggettivazione sessuale della donna in relazione ai disturbi dell’alimentazione

Rita Pagnozzi, presidente della Commissione Pari Opportunità di Gubbio

 

RELAZIONE SU CONTENUTI E STRUTTURA DELL’INTERVENTO “STEREOTIPI DI GENERE E OGGETTIVAZIONE SESSUALE”

di Maria Giuseppina Pacilli e Federica Spaccatini

Nei giorni 9 e 10 febbraio 2017 è stato svolto l’intervento “Stereotipi di genere e oggettivazione sessuale” che ha coinvolto 4 classi (degli istituti Cassata-Gattapone di Gubbio) dalle ore 9.00 alle ore 13.00. L’obiettivo del lavoro è stato quello di lavorare sugli antecedenti culturali e sociali della violenza di genere a partire da una sensibilizzazione delle ragazze e dei ragazze sulle diseguaglianze di genere, sulle credenze stereotipiche relative ai ruoli di genere, e sul concetto di mascolinità basato sulla forza fisica e sulla prevaricazione delle donne. Le modalità di lavoro hanno previsto attività in gruppo, discussioni aperte al confronto e presentazione di video-documentari. E’ stata incoraggiata costantemente la partecipazione attiva dei/delle ragazzi/e. Il lavoro ha previsto inoltre una valutazione attraverso la somministrazione ai partecipanti di un questionario cartaceo prima e dopo l’intervento. E’ prevista un’ulteriore giornata di lavoro in cui si lavorerà con le ragazze e i ragazzi alla messa a punto di un video spot sul tema della violenza di genere.

Prima giornata. STEREOTIPI E RUOLI DI GENERE

La prima giornata è stata dedicata ai temi degli stereotipi e dei ruoli di genere. Dopo un’attività di gruppo mirata all’individuazione di quelle che si considerano essere le caratteristiche tipiche dell’essere maschio e dell’essere femmina nella società contemporanea, si è poi aperto un confronto rispetto alle caratteristiche individuate, al fine di sfidare le credenze sulla mascolinità e femminilità e riconoscerne l’impatto negativo e limitante sia per i ragazzi /uomini sia per le ragazze/donne. Dopo aver fornito una definizione di sesso e di genere, sottolineando la differenza tra i due concetti, si è affrontato il tema della mascolinità basata sulla forza fisica, sulla prevaricazione e sulla soppressione delle emozioni riflettendo sulle conseguenze negative per i ragazzi/uomini sia a livello intrapersonale sia interpersonale. In questa fase, per trasmettere un messaggio forte riguardo a questo tema, sono stati utilizzati dei video testimonianza di personaggi sia maschili sia femminili, affiancati da una discussione di gruppo. Nell’ultima fase della mattina si è poi collegato il tema degli stereotipi e dei ruoli di genere al tema della violenza di genere, fornendo anche una definizione di sessismo. Per facilitare la discussione e l’emergere dei punti di vista, è stata svolta una attività dividendo gli studenti e le studentesse in gruppi e chiedendo loro di riflettere su alcuni episodi di violenza di genere. A tale scopo gli episodi proposti riguardavano situazioni verosimili di violenza agita sia verso ragazze sia verso ragazzi e vissute a scuola.

Seconda giornata. OGGETTIVAZIONE SESSUALE E MASS MEDIA

La seconda giornata è stata dedicata al tema della rappresentazione di uomini e donne nei mass media. Prima di entrare nel merito del tema specifico della giornata, sono stati proposti dei video che ripercorrevano brevemente i punti salienti della giornata precedente, dando così la possibilità ai ragazzi e alle ragazze di discutere ancora sulle questioni affrontate. Successivamente si è cominciato a esaminare il tema della rappresentazione di uomini e donne nei mass media, proponendo dei video con delle pubblicità di giocattoli per bambini e per bambine e dei cartoni animati sottolineando come questi enfatizzano e ripropongono le caratteristiche stereotipiche legate all’essere maschi o all’essere femmine, limitando le possibilità di scelta già dalla prima infanzia. Si è riflettuto inoltre sull’importanza che – dai giocattoli ai cartoni animati – viene assegnata all’aspetto fisico come misura del valore personale. Questo ha permesso di introdurre una discussione sull’importanza assegnata alla gradevolezza dell’aspetto fisico per le ragazze/donne e sull’importanza assegnata all’iper-muscolarità dell’aspetto fisico per i ragazzi/uomini. Per rendere gli studenti e le studentesse maggiormente consapevoli dell’uso smodato che si fa del corpo soprattutto femminile nei mass media, anche in contesti in cui non è pertinente al messaggio che si vuole veicolare, è stata proposta loro una attività incentrata sull’analisi dell’uso del corpo nelle pubblicità di prodotti di vario tipo. Dopo ogni video, è stato aperto un momento di confronto e discussione con i ragazzi e le ragazze per permettere loro di esprimere le proprie opinioni e discuterne insieme. Dopo questa serie di video, si è proseguito fornendo una definizione del fenomeno dell’oggettivazione sessuale e una spiegazione di come la riduzione delle persone al corpo, quale strumento per appagare i propri desideri aumenti concretamente il rischio di episodi di violenza di genere. Infine, per fornire una panoramica il più esaustiva possibile delle rappresentazioni di maschi e femmine nei media, è stato affrontato il tema della rappresentazione di maschi e femmine nei video giochi, analizzandone l’aspetto fisico, i rispettivi ruoli ricoperti nei video giochi e le principali modalità di interazione e relazione tra maschi e femmine nei video giochi. L’ultima attività della seconda giornata ha visto ragazze e ragazzi attivamente impegnati nella realizzazione di un role playing da loro inventato e messo in scena riguardante i temi della discriminazione di genere e della violenza di genere.